I Daci furono una civiltà stanziata a grandi linee tra l’attuale Romania e la Moldavia , per anni furono in guerra con i Romani fino al suo totale assorbimento sotto Traiano.

Come tutto l’impero subì grandi invasioni da popoli ostili, infatti nel III secolo fu invasa dai goti e più tardi da Slavi e Magiari.

Però prima lascia che mi presenti, mi chiamo Alfredo ho 22 anni e studio economia , sono appassionato di viaggi e di storia e mi piace l’idea di condividere con altre persone le mie passioni. Spero che questo blog sia di vostro gradimento ! Buona lettura..

Architettura Dacica

1. Origine della civiltà Dacica

non possiamo sapere con certezza quale sia l’origine della civiltà dei Daci poiché le fonti che sono arrivate fino a noi sono Romane o greche , ma bensì gli storici varie ipotesi:

  • Prima ipotesi : secondo le fonti classiche i Daci erano una popolazione affine ai Geti che che abitavano la regione a nord del basso corso del Danubio, infatti i Greci chiamavano questa popolazione “Getes” e i Romani “Dacus”.
  • Seconda ipotesi : I Daci sarebbero parte del ceppo tracico: Geti e Daci avrebbero formato il ramo settentrionale della grande famiglia dei Traci, anche se particolarmente esposti alle influenze dei loro vicini orientali, gli Sciti.
  • Terza ipotesi : Stando a studi più recenti, tuttavia, è invece possibile che i Daci siano da attribuire a un ramo a sé stante, distinto da quello tracico: il gruppo delle lingue daco-misie

Come avete potuto leggere non è chiara l’origine dei Daci ,ma forse è proprio questo che rende affascinante il popolo Dacico! Per fortuna abbiamo anche delle certezze…

Infatti è sicuro che le popolazioni di Stirpe Dacica erano divise in due tribù , i daci che vivevano nei territori montuosi della Transilvania e i Geti che invece vivevano nelle zone della Valacchia.

1.1 Prime Menzioni

Dacia pre Romana

Le prime menzioni delle fonti classiche sui Daci lasciano intendere che, a partire dal principio del II secolo a.C., erano stanziati all’interno dell’arco montuoso dei Carpazi: Pompeo Trogo narra, infatti, del conflitto che portò l’allora re dace, Oroles, a battere e respingere un’incursione di una popolazione germanica, i Bastarni, che avevano tentato di penetrare da oriente, nelle fertili pianure del medio corso del fiume Mureș.

Un nuovo conflitto con i Bastarni si verificò nel 112-109 a.C., ma anche questa volta furono respinti, non riuscendo a indebolire la potenza dei Daci, che al contrario aumentò, tanto da scorgere proprio in questo periodo lo spostamento del centro di potere dei daco-geti dalla pianura della Valacchia al cuore della Transilvania.

1.2 l’unione dei Daci

 Nel primo secolo prima di Cristo, i Daci crearono un regno solido sotto la guida di re Burebista. Ma dopo la sua morte, il suo regno si spezzò; ci fu una guerra civile e molti conflitti con l’Impero romano, che era arrivato ai confini con la civiltà Dacica.

La situazione si fece più critica tra il 85 e l’88, quando l’imperatore Domiziano lanciò una serie di attacchi contro il regno del leggendario re, Decebalo.

Questi era riuscito a ripristinare l’autorità centrale sui Daci, e a riportare la forza militare ed economica dei tempi di Burebista, tanto da minacciare da nord la provincia romana di Mesia.

Anche se fu battuto, nel 89 Decebalo ottenne una pace che sembrava favorire i Romani: in realtà, poté continuare a riarmarsi e a potenziare il suo popolo per i quindici anni seguenti.

il RE della Dacia Decebalo

2. come vivevano i Daci : stile di vita, società e religione.

2.1 Società

La società dei Daci era organizzata in due classi sociali: l’aristocrazia, che si occupava dell’amministrazione e dell’economia, e la gente comune e libera.

L’aristocrazia era composta dai Tarabostes, che avevano il diritto di indossare il Pileus, (un copricapo simbolo di libertà) , e dai pileati, che erano i guerrieri d’élite.

La gente comune era formata dai comati, che portavano i capelli lunghi e si dedicavano all’agricoltura, all’allevamento e all’artigianato ( Il loro aspetto e abbigliamento lo possiamo notare sulla Colonna di Traiano.)

I Daci erano un popolo bellicoso e valoroso, che si difendeva con armi di ferro e di bronzo, come spade, lance, asce, archi e frecce “i più grandi tra il popolo dei Traci“, come ci tramanda Erodoto.

2.2 Religione dei daci

La religione della civiltà Dacica era una forma di politeismo, basata sul culto del dio Zalmoxis, che prometteva l’immortalità ai suoi fedeli.

Zalmoxis era considerato il dio supremo, creatore e protettore dei Daci, e veniva identificato con il cielo, il sole e il fulmine. I Daci credevano che dopo la morte, le anime dei giusti andassero nel regno di Zalmoxis, mentre quelle dei malvagi rimanessero sulla terra.

Per comunicare con il dio, i Daci usavano dei messaggeri, che si offrivano volontari per essere uccisi e lanciati in aria con delle lance.

Se il messaggero moriva, era segno che Zalmoxis accettava il sacrificio e ascoltava le preghiere; se invece sopravviveva, era segno che il dio era adirato e rifiutava il contatto.

Oltre a Zalmoxis, i Daci veneravano altri dei minori, come Gebeleizis, il dio della tempesta, Bendis, la dea della luna e della caccia, e Derzelas, il dio della salute e dell’abbondanza. 

I Daci praticavano anche il culto dei morti, dei boschi e delle acque, e usavano dei simboli sacri, come il serpente, il lupo, il cervo e il drago

2.3 Economia

L’economia della civiltà dacica era basata principalmente sulle attività agricole, pastorali e artigianali, coltivavano cereali, legumi, frutta e verdura, e allevavano bovini, ovini, caprini, equini e suini.

I daci erano anche abili apicoltori e viticoltori, e producevano miele e vin, mentre L’artigianato dei daci era sviluppato in vari settori, come la ceramica, la tessitura, la lavorazione del legno, dell’osso, del corno e della pelle.

condottiero Dacico

Ma la principale risorsa economica dei daci era il metallo, soprattutto l’oro e l’argento, che estraevano dalle miniere e lavoravano con tecniche avanzate.

I daci usavano il metallo per fabbricare armi, utensili, gioielli e monete che commerciavano i loro prodotti con i popoli vicini, come i Greci, i Romani, gli Sciti e i Celti, e usavano come mezzo di scambio sia il baratto che la moneta. L’economia dei daci era quindi dinamica e prospera, e attirava le mire dei Romani, che volevano sfruttare le ricchezze della Dacia.

2.4 Che lingua parlavano i Daci?

il linguaggio Dacico era una lingua indoeuropea, appartenente al gruppo delle lingue daco-misie, che includeva anche la lingua dei Misi, un popolo dell’Anatolia.

La lingua dei Daci è stata spesso considerata affine alla lingua dei Traci, ma ci sono anche opinioni diverse.

purtroppo non sappiamo molto di questo linguaggio, perché ci sono rimaste poche testimonianze scritte, le principali fonti sono i nomi propri, i toponimi, gli idronimi e i nomi di alcune piante, riportati da autori greci e romani.

Altre fonti sono le iscrizioni in daco, tra cui la più lunga è “Decebalus Per Scorilo“, e le parole di substrato presenti nel romeno, che potrebbero essere relitti della lingua dacica o prestiti dall’albanese. La lingua dei Daci si estinse probabilmente intorno al VI secolo, oppure sopravvisse nell’odierna lingua albanese

2.5 arte ed architettura

L’arte e l’architettura della civiltà dacica erano influenzate dalle culture greca, scitica e celtica, ma avevano anche una propria originalità.

lantica capitale della Dacia Sarmizegetusa

I Daci erano abili costruttori, che realizzavano fortificazioni, templi e abitazioni in pietra e legno, Tra le opere più note, ci sono le rovine di Sarmizegetusa, la capitale della Dacia, dove si trovano il foro, i templi circolari, le terme e l’anfiteatro.

Erano anche esperti scultori, che lavoravano il metallo, la pietra e il legno. Tra le opere più note, ci sono i rilievi votivi, che rappresentavano scene di culto, di guerra e di vita quotidiana, e i monumenti funerari, come le stele e le tombe a tumulo.

I Daci usavano anche la scrittura, basata sull’alfabeto greco, ma solo per scopi religiosi e magici. L’arte e l’architettura dacica testimoniano la ricchezza e la diversità di una civiltà antica e misteriosa.

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3. La conquista Romana

La conquista romana della Dacia fu una delle più grandi imprese militari dell’antichità, che portò alla sottomissione di un vasto territorio ricco di risorse naturali e di una popolazione bellicosa e orgogliosa.

Lo scontro tra Romani e Daci

L’imperatore Traiano, spinto da motivi strategici, economici e prestigiosi, condusse due campagne tra il 101 e il 106, sconfiggendo il re dei Daci, Decebalo, e annettendo la sua terra all’Impero.

Per celebrare la sua vittoria, Traiano fece erigere una magnifica colonna, che ancora oggi si può ammirare a Roma, e che racconta con scene scolpite le fasi della guerra.

La Colonna Traiana

La Dacia divenne una provincia romana, che fu organizzata e difesa con la costruzione di strade, fortezze, città e colonie.

La presenza romana durò circa un secolo e mezzo, fino al 271, quando l’imperatore Aureliano decise di ritirarsi dietro il Danubio, a causa delle pressioni delle popolazioni barbariche.

Lasciò però un’eredità culturale e linguistica duratura, che si riflette ancora oggi nella Romania e nei paesi limitrofi

3.1 La Dacia Romana

La provincia fu organizzata in tre distretti: Dacia Porolissensis, Dacia Apulensis e Dacia Malvensis, ognuno con un proprio capoluogo e una propria amministrazione.

Fu popolata da coloni romani, che portarono con sé la lingua, la cultura e il diritto romano.

La Dacia fu anche una zona di intensa attività edilizia, testimoniata da strade, ponti, acquedotti, terme, templi e monumenti.

La provincia fu difesa da un consistente contingente militare, composto da due legioni e numerose unità ausiliarie.

Ebbe una vita relativamente breve, poiché fu abbandonata nel 271, a causa delle continue invasioni barbariche. Tuttavia, la presenza romana lasciò una profonda traccia nella storia, nella cultura e nella lingua della Romania e dei paesi vicini.

4 La civiltà dacica dopo L’impero Romano

Dopo il ritiro delle truppe romane dalla Dacia nel 271, la regione fu invasa da diverse popolazioni barbariche, come Goti, Sarmati, Unni, Gepidi, Avari, Slavi e Bulgari.

I Daci, che si erano mescolati con i coloni romani, mantennero però la loro identità culturale e linguistica, resistendo alle pressioni e alle assimilazioni.

Alcuni storici ritengono che i Daci si siano rifugiati nelle zone montuose della Transilvania, dove avrebbero dato origine ai Valacchi, gli antenati dei moderni Romeni.

Altri sostengono che i Daci siano rimasti nelle pianure della Valacchia e della Moldavia, dove avrebbero convissuto con le nuove genti, influenzandole e subendone l’influenza. 

In ogni caso, la Dacia post-romana fu una terra di contatti, scambi e conflitti tra diverse culture, che lasciarono tracce nella storia, nell’arte e nella religione della Romania.

bonus: La dacia ancora oggi conserva in se molti tratti della Romanità vediamone alcuni!

  • la lingua rumena è quella che si avvicina di più al latino ancor più dell’Italiano
  • Romania proviene dal latino “Romanus” ovvero Romano
  • ancora oggi nell’inno nazionale rumeno sono presenti molte citazioni all’impero Romano :

“Risvegliati, romeno, dal sonno della morte, Nel quale t’hanno sprofondato i barbari tiranni! Ora o mai più ritagliati un’altra sorte al quale dovranno inchinarsi anche i tuoi crudeli nemici! Ora o mai più diamo prova al mondo Che in queste vene ancora scorre del sangue romano, E che nei nostri petti conserviamo con orgoglio un nome Trionfatore in battaglia, il nome di Traiano!

Fonte: Wikipedia

La diffusione linguistica nel VI secolo

5. Conclusione

La Dacia fu una regione storica dell’Europa orientale, abitata da un popolo di origine traco-getica, i Daci. Essi furono protagonisti di una lunga e aspra resistenza contro l’espansione dell’Impero romano, guidati dal loro re Decebalo. Tra il 101 e il 106 d.C.,

l’imperatore Traiano condusse due campagne militari per sottomettere la civiltà Dacica, che si conclusero con la vittoria romana e l’annessione della regione come provincia imperiale.

La conquista della Dacia portò a Roma immense ricchezze, ma anche nuovi problemi di difesa e integrazione. La civiltà Dacica fu infatti esposta alle invasioni dei popoli barbari, che ne causarono l’abbandono definitivo nel 271 d.C. 

Tuttavia, la presenza romana lasciò una profonda impronta culturale e linguistica nella zona, che è ancora oggi riconoscibile nella Romania e nella Moldavia, eredi della Dacia.

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